Casello della Darsena
Da sempre luogo di scambi, crocevia di merci e genti, era la vera e propria porta di Milano per chi arrivava da sud sia per acqua (alla testa della Darsena), sia per strada o alzaie lungo i navigli. Da qui si dipartivano infatti, già nell’antichità tre arterie: la strada per gli abitati rurali dei Ronchetti, attraverso il borgo di San Gottardo; quella per Pavia (quindi per Genova), lungo il Naviglio pavese; quella per Vigevano (quindi per Alessandria) lungo il Naviglio Grande. La porta venne posta a cavallo del fossato scolmatore della darsena del Naviglio Grande, esternamente al tracciato delle mura spagnole, per costringere al pagamento del dazio chi entrava in città.
A nord, anch’essi isolati, in mezzo alla piazza, sono i due caselli daziari, porticati e un tempo collegati da un cancello, con murature in finto bugnato a intonaco. I due caselli daziari, speculari rispetto all’arco centrale della piazza, sono due edifici storici composti da due piani ciascuno, dotati di porticato a tre archi, un tempo collegati da un grande cancello. Le facciate sono in finto bugnato ad intonaco, color giallo paglierino e sormonatate da un tetto a padiglione rifinito con tradizionali tegole a coppo.